ChatGPT: Come insegnanti e scuole affrontano la scrittura basata sull’AI

Febbraio 3, 2023

Con il rilascio di ChatGPT di OpenAI a dicembre, i testi prodotti dal modello di AI generativa sono diventati il principale oggetto di discussione nel mondo accademico.

Se la maggioranza degli insegnanti e dei consigli scolastici ne condannano l’utilizzo, una piccola minoranza intravede le potenzialità di questo strumento a supporto degli studenti.

Ecco una panoramica su come gli insegnanti e le scuole americane stanno reagendo al fenomeno ChatGPT.

In quella che sembra essere la prima azione politica contro l’uso dei chatbot di Intelligenza Artificiale nelle scuole, il Dipartimento dell’Istruzione della città di New York ha vietato l’uso di ChatGPT a studenti e insegnanti su reti e dispositivi distrettuali. Secondo il rapporto fornito dal Washington Post non è chiaro, tuttavia, se l’uso di ChatGPT sia vietato anche fuori le mura scolastiche.

Secondo Jenna Lyle, portavoce del Dipartimento dell’Istruzione della città di New York, sebbene lo strumento sia in grado di fornire risposte rapide e semplici alle domande, non sviluppa capacità di pensiero critico e risoluzione dei problemi che sono essenziali per il successo accademico. Il rischio è che gli studenti non facciano più lo sforzo di creare un contenuto originale affidandosi completamente all’applicativo di Intelligenza Artificiale.

Se le scuole di New York sono state le prime ad agire, molti altri distretti scolastici stanno ancora decidendo la loro posizione ufficiale nei confronti di ChatGPT. In questa fase un po’ ambigua e incerta, alcuni insegnanti hanno adottato delle misure preventive per le loro classi, anticipando la decisione del distretto.

In un report del San Francisco Standard, gli insegnanti della Oceana High School di Pacifica, in California, hanno inviato messaggi agli studenti mettendoli in guardia sull’utilizzo di modelli di scrittura generativa per svolgere i compiti assegnati. Alcuni insegnanti hanno dichiarato allo Standard che potrebbero richiedere agli studenti di consegnare compiti scritti a mano.

Per correre ai ripari, alcuni siti hanno creato strumenti in grado di riconoscere i testi prodotti dall’AI, un esempio è writer.com. Anche la stessa OpenAI ha dichiarato che sta lavorando a un modo per “filigranare digitalmente” i suoi output testuali, in modo che i testi prodotti dai suoi modelli siano identificabili e distinguibili.

Per altri educatori, invece, ChatGPT aiuta a semplificare il loro lavoro creando piani di lezione e materiali didattici per gli studenti e può funzionare anche come ausilio alla discussione in classe, coinvolgendo ogni studente indipendentemente dal suo livello di abilità.

Non c’è un consenso univoco da parte del corpo docente, insegnanti e professori esprimono sia disappunto che interesse. Il sentimento più diffuso è che ChatGPT possa essere sfruttato allo stesso modo con cui si utilizzano calcolatrici, tablet e computer. Ovvero, come risorse per aiutare gli studenti ad eccellere ma non a fare il lavoro per loro.

In definitiva, all’interno di un quadro frastagliato dove non tutte le istituzioni hanno preso una chiara posizione in merito, la decisione di utilizzare gli strumenti di scrittura generativa in classe spetta ai singoli insegnanti e alle esigenze dei loro studenti.

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