Gli strumenti di Intelligenza Artificiale continuano a evolversi ad un ritmo esponenziale attirando attenzioni, interessi ma anche preoccupazioni dei professionisti creativi.
Nell’immagine di copertina di questo articolo abbiamo inserito il “Theatre D’opera Spatial” di Jason Allen creato interamente con Midjourney, un sistema di intelligenza artificiale generativa. Quest’opera creativa ha suscitato molto scalpore perché ha vinto il primo premio nella categoria Fine Art al Colorado State Fair, alimentando un dibattito etico/filosofico sulla definizione di “opera d’arte” creata da un sistema intelligente.
David Wadhwani, Chief Business Officer di Adobe, durante il suo discorso alla conferenza Adobe MAX ha affermato che attualmente l’IA può essere definita un “co-pilota creativo”. E’ il caso di Adobe Sensei, l’intelligenza artificiale integrata di Creative Cloud che promette di snellire il processo di editing fotografico automatizzando un complesso di operazioni. Wadhwani ha aggiunto che l’intelligenza artificiale può certemante automatizzare compiti “noiosi”, ma il suo vero potenziale, in buona parte inespresso, sta nella possibilità di creare nuovi contenuti sulla base dei suggerimenti impartiti.
Se da una parte i ‘co-piloti creativi’ forniscono un supporto in background all’operatore, altri strumenti mettono l’IA e l’apprendimento automatico al centro del processo di creazione. È chiaro, infatti, che l’Intelligenza Artificiale abbia svolto un ruolo fondamentale nella creazione di Theatre D’opera Spatial, tuttavia l’opera non sarebbe mai esistita nella sua forma finale senza il fondamentale contributo umano. Come sottolineato da MDavid Low, responsabile dell’experience design di Atypical Digital, l’artista digitale ha dedicato una quantità enorme di tempo alla costruzione e all’ottimizzazione dei suggerimenti testuali dati in input al sistema intelligente.
Un altro esempio è il recente numero di Cosmopolitan dedicato all’IA, con la prima copertina di una rivista generata da una intelligenza artificiale generativa. Questo lavoro è il frutto di una sinergia creativa tra la regista Karen X. Cheng e il potente generatore DALL-E 2. Dopo un’ampia fase di sperimentazione, Cheng ha dato in pasto al sistema un testo molto articolato per produrre l’immagine finale. Ed è chiaro che la creazione del testo perfetto può essere descritta come un’abilità creativa a sé stante.
L’Intelligenza Artificiale e le reti neurali possono generare immagini davvero eccezionali, a patto che vengano correttamente indirizzate verso il risultato finale che l’artista ha in mente.
L’utilizzo dell’IA nella creazione di opere digitali solleva però una serie di questioni sia di natura legale sia etica. In primo luogo sulla legittimità del prodotto creativo e in secondo sul modo con cui si utilizza questa tecnologia, come ad esempio il fenomeno del deep fake. Per affrontare queste problematiche, Adobe ha lanciato nel 2019 la Content Authenticity Initiative (CAI) in collaborazione con il “New York Times” e Twitter. Il CAI inserisce nel file informazioni sulla provenienza di un’opera d’arte, registrando non solo chi l’ha realizzata ma anche come è stata creata.
L’Intelligenza Artificiale può aiutare il processo creativo di molti professionisti in diversi modi. Ad esempio facendo risparmiare tempo durante l’editing fotografico, automatizzando le attività ripetitive o come supporto per la generazione di contenuti in diversi formati. Tuttavia, è importante ricordare che l’Intelligenza Artificiale è in grado di migliorare e amplificare la creatività umana, senza sostituirla completamente.