
Se fino a un paio d’anni fa l’idea di “progettare conversazioni” con un’AI era affidata ai laboratori di ricerca e a qualche film di fantascienza, oggi le offerte di lavoro per prompt engineering sono diventate una realtà tangibile e in piena espansione. Non si tratta più di un hobby per smanettoni o di un “lavoretto” per guadagnare qualcosa in più. Le aziende, dalle startup più agili alle multinazionali più strutturate, hanno capito una cosa fondamentale: la potenza di un modello di generative AI non risiede solo nei suoi miliardi di parametri, ma nella qualità delle domande che gli vengono poste. E per formulare le domande giuste, serve un professionista.
L’evoluzione del ruolo del prompt engineer nel 2025
Sebbene la creatività e la padronanza del linguaggio rimangano importanti, il ruolo del prompt engineer nel 2025 si è decisamente spostato da un’arte mistica ad una disciplina ingegneristica rigorosa. Il cambiamento è stato tanto rapido quanto profondo, trasformando un’abilità emergente in una professione strutturata e complessa.
Inizialmente, il prompt design consisteva principalmente nel testare diverse formulazioni per ottenere un output desiderato. Era un processo di “trial and error”, spesso basato sull’intuizione. Oggi, questo approccio non è più sufficiente. Gli LLM sono diventati il cuore pulsante di sistemi molto più complessi, come le applicazioni basate su architetture RAG o i sistemi multi-agente. Di conseguenza, il prompt engineer non lavora più in isolamento, ma è diventato un anello di congiunzione cruciale all’interno di team di sviluppo più ampi.
L’evoluzione più significativa è la transizione dalla creazione di prompt singoli alla progettazione di interi flussi conversazionali e catene di prompt. Un prompt engineer moderno non si limita a chiedere all’AI di “scrivere un’email”. Progetta un sistema in cui un primo prompt analizza l’intento del cliente, un secondo recupera informazioni pertinenti da un database, un terzo formula una bozza di risposta basata su quei dati e un quarto la raffina secondo lo stile del brand. Questo richiede una mentalità da software engineer: pensare in termini di moduli, input, output, gestione degli errori ed ottimizzazione.
Inoltre, il campo di gioco si è allargato. Se prima si interagiva quasi esclusivamente con modelli di testo, oggi un prompt engineer deve saper dialogare con modelli multimodali, capaci di comprendere e generare immagini, codice, audio e video. Questo implica la necessità di comprendere come strutturare un prompt che possa guidare l’AI nella creazione di un’immagine coerente con una descrizione testuale o nella generazione di codice funzionante a partire da specifiche in linguaggio naturale.
Un’altra dimensione fondamentale dell’evoluzione del ruolo è l’integrazione con il paradigma degli Agenti AI. Non si tratta più solo di dare un comando e ricevere una risposta. Gli agenti sono sistemi autonomi che usano un LLM per ragionare, pianificare ed eseguire una serie di azioni. Il prompt engineer, in questo contesto, diventa un vero e proprio architetto di comportamenti. Il suo compito non è solo definire cosa deve fare l’agente, ma come deve pensare. Tecniche come la Chain-of-Thought o la progettazione di tool che l’agente può utilizzare sono diventate competenze standard. Si progetta la logica interna dell’agente, i suoi processi decisionali e le sue interazioni con sistemi esterni. Questo è il vero cuore del prompt engineering avanzato nel 2025: non più solo chiedere, ma insegnare a chiedere e a fare.
Le competenze richieste per i professionisti del prompt engineering
Se l’evoluzione del ruolo è stata così rapida, è naturale che anche il set di competenze richiesto si sia ampliato e specializzato. Dimenticate l’idea che basti essere bravi a scrivere. Per diventare un prompt designer di successo nel 2025, è necessario un mix eclettico di abilità tecniche, creative ed analitiche. Vediamo di scomporre questo profilo professionale, che a volte sembra un incrocio tra un software engineer, un linguista ed uno psicologo cognitivo.
Sul versante delle competenze tecniche, la base di partenza è senza dubbio una solida comprensione di come funzionano i modelli di intelligenza artificiale generativa. Non è necessario essere un ricercatore di machine learning, ma bisogna andare oltre la superficie. Comprendere l’architettura Transformer, il concetto di “attention”, e perché un modello può “allucinare” o avere dei bias è fondamentale per diagnosticare problemi e progettare prompt efficaci. È la differenza tra usare un’auto e sapere cosa fare quando il motore fa un rumore strano.
La conoscenza di linguaggi di programmazione, in particolare Python, è diventata quasi un prerequisito. Non serve essere sviluppatori senior, ma saper scrivere script per automatizzare test di prompt, interagire con le API dei modelli (come quelle di OpenAI, Anthropic o Google) e utilizzare framework specifici è ormai indispensabile. Strumenti come LangChain o LlamaIndex sono il pane quotidiano di un prompt engineer, poiché permettono di costruire quelle catene di prompt e quelle applicazioni RAG di cui parlavamo prima. Per chi parte da zero, un buon corso di programmazione Python è il primo, fondamentale passo per entrare in questo mondo.
Oltre a Python, è cruciale avere familiarità con la gestione dei dati. Comprendere come funzionano i vector database (es. Pinecone, Chroma) e come si creano gli embeddings è essenziale per chiunque lavori su applicazioni che necessitano di recuperare informazioni da una base di conoscenza esterna. La capacità di preparare e pre-processare i dati che verranno usati per “aumentare” la conoscenza del modello è una competenza che fa la differenza tra un’applicazione mediocre ed una performante.
Passando alle soft skills, o meglio, alle competenze non puramente di codice, la creatività e la padronanza linguistica rimangono centrali. La capacità di giocare con le parole, di usare analogie, di definire un “tone of voice” e di strutturare un’argomentazione in modo chiaro è ciò che permette di guidare il modello verso l’output desiderato. A questo si aggiunge un pensiero critico affilatissimo. Un buon prompt engineer passa gran parte del suo tempo a cercare di “rompere” il modello, a trovare i suoi punti deboli, a testare i casi limite (edge cases) per renderlo più robusto e affidabile.
Infine, una competenza sempre più richiesta è la conoscenza di dominio. Un prompt engineer che lavora per un’azienda farmaceutica deve comprendere la terminologia medica; uno che opera nel settore legale deve avere familiarità con il linguaggio giuridico. Questa specializzazione permette di creare prompt molto più precisi ed efficaci, capaci di dialogare con il modello ad un livello di profondità che una conoscenza generica non potrebbe mai raggiungere. È la sintesi perfetta tra abilità tecnica e sapere verticale, un connubio che definisce il professionista del prompt engineering del 2025.
Come sta cambiando il mercato del lavoro per i prompt designer
Il mercato del lavoro per prompt engineering è forse uno degli indicatori più chiari della maturità raggiunta da questa disciplina. Se nel 2023 le offerte erano spesso vaghe, quasi sperimentali, oggi le aziende hanno le idee molto più chiare su chi stanno cercando e perché. Questo ha portato a una strutturazione e ad una specializzazione delle posizioni lavorative che vale la pena analizzare.
Innanzitutto, si è passati da una prevalenza di contratti freelance e consulenze a breve termine ad un numero crescente di posizioni a tempo pieno e indeterminato. Questo significa che le aziende non vedono più il prompt design come un’esigenza spot per un singolo progetto, ma come una funzione strategica e continua, da integrare stabilmente nei propri team di prodotto e sviluppo. Il prompt engineer non è più un “mago” esterno da chiamare al bisogno, ma un collega con cui collaborare quotidianamente.
Parallelamente, stiamo assistendo ad una frammentazione del ruolo generico di “Prompt Engineer” in figure più specializzate. Oggi, sfogliando le offerte di lavoro, è possibile imbattersi in titoli come:
- AI Interaction Designer: focalizzato sull’esperienza utente (UX) delle applicazioni AI. Progetta il flusso della conversazione, il tono di voce dell’assistente virtuale e si assicura che l’interazione sia naturale, intuitiva ed efficace.
- Conversation Designer: una figura simile, ma più orientata al dialogo e allo storytelling, spesso impiegata nello sviluppo di chatbot avanzati, assistenti vocali e personaggi virtuali.
- LLM Operations Specialist: un ruolo più tecnico, che si occupa non solo del prompt design, ma anche del monitoraggio delle performance dei modelli, del fine-tuning, e della gestione delle pipeline di valutazione (la cosiddetta “LLMOps”).
- Prompt Engineer con specializzazione di dominio: come accennato, sono sempre più ricercate figure che combinano competenze di prompt engineering con una profonda conoscenza di un settore specifico, come finanza, sanità, legale o marketing.
Un altro cambiamento significativo riguarda il luogo in cui queste figure si collocano all’interno dell’organigramma aziendale. Non sono più confinate nei dipartimenti di ricerca e sviluppo. Troviamo prompt engineer nei team di marketing per ottimizzare la creazione di contenuti, nei team di customer care per migliorare i chatbot di supporto, nei team legali per sviluppare strumenti di analisi dei contratti e persino nelle risorse umane per creare sistemi di screening dei CV più intelligenti. Questa trasversalità dimostra come le competenze di prompt engineering stiano diventando una risorsa per l’intera azienda.
Infine, anche le aspettative salariali si sono consolidate su livelli decisamente interessanti, riflettendo la domanda elevata e la relativa scarsità di professionisti con un set di competenze così completo. Il mercato ha capito che un buon prompt engineer può avere un impatto diretto e misurabile sul successo di un prodotto AI, e le aziende sono disposte a investire per assicurarsi i talenti migliori. Per chi si chiede cosa fa un prompt designer nel concreto, la risposta è sempre più complessa e strategica, e il mercato del lavoro si sta adeguando di conseguenza.
Le opportunità professionali per i prompt engineers nel prossimo futuro
Guardando al prossimo futuro, le opportunità di lavoro per prompt engineer non solo sono destinate a crescere, ma anche a diversificarsi in settori che oggi potrebbero sembrare inaspettati. L’intelligenza artificiale generativa sta uscendo dalla sua culla tecnologica per diventare una forza pervasiva in ogni ambito dell’economia e della società, e con essa si espande il bisogno di professionisti che sappiano guidarla.
Il settore tecnologico, ovviamente, rimane il principale bacino di assunzione. Big tech, startup AI e aziende SaaS continueranno a cercare prompt engineer per sviluppare e migliorare i loro prodotti. Ma l’aspetto più interessante è l’espansione al di fuori di questo perimetro. Pensiamo al settore dei media e dell’intrattenimento: i prompt designer sono fondamentali per creare strumenti di generazione automatica di script, per sviluppare personaggi non giocanti (NPC) con dialoghi realistici nei videogiochi, o per assistere i giornalisti nella stesura di articoli e sommari.
Nel mondo dell’e-commerce e del retail, le opportunità sono enormi. Un prompt engineer può progettare sistemi per generare descrizioni di prodotto uniche e ottimizzate per la SEO su migliaia di articoli, creare assistenti allo shopping personalizzati che guidano l’utente nella scelta, o analizzare le recensioni dei clienti per estrarre insight e tendenze attraverso prompt mirati.
La sanità è un altro campo in rapida espansione. Immaginiamo prompt engineer che lavorano a fianco dei medici per sviluppare strumenti che riassumono cartelle cliniche complesse, che aiutano nella stesura di referti o che forniscono supporto alla diagnosi analizzando la letteratura scientifica più recente attraverso sistemi RAG. La precisione e l’affidabilità sono critiche, e il ruolo del prompt designer nel formulare domande inequivocabili è cruciale.
Anche il settore educativo offre prospettive affascinanti. Si possono creare tutor personalizzati che si adattano allo stile di apprendimento dello studente, generatori di esercizi e quiz su qualsiasi argomento, o strumenti che aiutano gli insegnanti a preparare i materiali didattici. Il prompt engineer diventa un architetto di esperienze di apprendimento.
E non dimentichiamo il settore finanziario e legale, dove la capacità di analizzare enormi quantità di documenti (contratti, report finanziari, normative) in modo rapido e accurato è un vantaggio competitivo enorme. I prompt engineer sono la chiave per costruire sistemi che eseguono queste analisi, estraendo clausole specifiche, identificando rischi o riassumendo informazioni complesse per i decisori.
Dal punto di vista della carriera, il ruolo di prompt engineer non è un punto di arrivo, ma un eccellente trampolino di lancio. Con l’esperienza, un prompt designer può evolvere verso posizioni di maggiore responsabilità come AI Product Manager, Head of AI Strategy, o specializzarsi ulteriormente diventando un ricercatore applicato nel campo dell’interazione uomo-macchina. Le competenze acquisite sono talmente trasversali da aprire porte in quasi ogni funzione aziendale che abbia a che fare con l’innovazione. Per chi oggi sta valutando come diventare prompt engineer, il messaggio è chiaro: il futuro è ricco di opportunità stimolanti e ben retribuite.
Corsi di formazione Data Masters per diventare un prompt engineer nel 2025
Arrivati a questo punto, è evidente che il percorso per diventare un professionista del prompt engineering richiede un insieme di competenze specifiche e strutturate. L’improvvisazione e il “fai da te”, sebbene utili all’inizio, non sono più sufficienti per affrontare le sfide di un mercato del lavoro così competitivo e in rapida evoluzione. È necessario un percorso di apprendimento guidato, che fornisca non solo le nozioni teoriche, ma anche e soprattutto le capacità pratiche per essere immediatamente operativi.
Noi di Data Masters abbiamo progettato un’offerta formativa pensata proprio per accompagnare aspiranti professionisti in questo viaggio, fornendo tutti gli strumenti necessari per cogliere le opportunità di lavoro per prompt engineer. Comprendiamo che per costruire un grattacielo servono fondamenta solide, e nel nostro campo le fondamenta sono una solida comprensione dei principi dell’AI e una buona padronanza della programmazione.
Per chi vuole specializzarsi e acquisire le competenze più richieste dal mercato, il nostro corso AI Prompt Engineering è il punto di riferimento. Questo corso è stato specificamente progettato per andare oltre la semplice scrittura di prompt. Affronta in modo pratico le tecniche avanzate di prompt engineering, la valutazione dei modelli ed un’introduzione ai concetti più importanti degli LLM.
Tuttavia, prima di specializzarsi, è essenziale avere le basi giuste. Per questo motivo, consigliamo spesso di iniziare dal nostro corso di programmazione Python. Come abbiamo visto, Python è il linguaggio franco dell’intelligenza artificiale, e padroneggiarlo è il primo passo per poter implementare, testare e automatizzare le proprie idee. Il nostro corso “Python from Zero to Hero” è pensato per chi parte da zero e vuole arrivare ad avere una competenza solida e spendibile sul mercato.
Infine, per chi desidera una visione d’insieme prima di tuffarsi nella specializzazione, è fondamentale capire il contesto più ampio della generative AI. Comprendere cosa sono gli LLM, come vengono addestrati e quali sono le loro potenzialità e i loro limiti è il background culturale indispensabile per ogni prompt engineer.
Investire nella propria formazione oggi è la scelta più strategica per garantirsi un posto in prima fila nella rivoluzione tecnologica di domani. Il lavoro per prompt engineer non è una moda passeggera, ma una nuova, fondamentale professione al crocevia tra umanesimo e tecnologia. E noi di Data Masters siamo qui per darti la mappa e la bussola per navigare questo nuovo, entusiasmante mondo.