
Mondo del lavoro e AI: a che punto siamo? Ormai è chiaro a tutti, perfino ai non addetti ai lavori, quanto l’intelligenza artificiale stia rivoluzionando il mondo così come lo conosciamo. Anche l’ambito lavorativo, naturalmente, non è escluso e si trova davanti a nuove sfide e preoccupazioni.
Ci sono settori che vedono l’AI come una risorsa fondamentale per l’automazione e l’efficienza, mentre altri temono l’erosione di posti di lavoro. E allora come possiamo prepararci per affrontare il cambiamento del secolo? In questo articolo analizzeremo le principali trasformazioni in atto, con un occhio di riguardo ovviamente alle competenze assolutamente necessarie per restare competitivi nel futuro.
L’intelligenza artificiale: una rivoluzione culturale e lavorativa
Partiamo da una premessa importante, quando si parla di lavori e intelligenza artificiale non ci si riferisce solo alle grandi aziende. Anche le piccole e medie imprese stanno integrando l’AI per incrementare la produttività e spingere l’innovazione. E sebbene ci siano PMI che al momento non hanno ancora intrapreso questa strada, è inevitabile che, in un futuro prossimo, anche queste saranno travolte dal cambiamento tecnologico in corso.
Dunque tante opportunità di crescita, ma anche altrettante preoccupazioni. Pensiamo, ad esempio, ai lavori a rischio con l’intelligenza artificiale. L’influenza su dinamiche sociali e culturali all’interno delle organizzazioni sarà radicale: una vera e propria rivoluzione culturale, insomma, con un impatto profondo sulle abitudini e sulla formazione dei lavoratori. Un fenomeno “disruptive“, come l’ha definito Giusella Finocchiaro, Professoressa di Diritto Privato e Diritto di Internet presso l’Università di Bologna e già Presidente della Commissione UNCITRAL sui dati e l’IA.
Un cambiamento che sollecita la risposta del diritto e delle istituzioni. Gli elementi di riflessione sono tanti: pensiamo alla responsabilità per i danni causati dai sistemi, alla gestione dei dati (sia personali che non) e alla protezione della proprietà intellettuale e delle opere d’arte create o utilizzate dai sistemi AI. Non è un caso che l’Unione Europea, attraverso l’Artificial Intelligence Act, abbia messo dei paletti al suo utilizzo, offrendo una cornice normativa di riferimento. Ma le problematiche giuridiche sono del tutto risolte: per esempio, la responsabilità civile e la tutela dei dati rimangono questioni che necessitano nuovi paradigmi interpretativi, non necessariamente nuove regole.
Torniamo però al tema centrale di questo articolo e cerchiamo di prevedere gli sviluppi futuri di questa tecnologia nel mondo del lavoro.
Come l’AI accelera l’innovazione aziendale
Uno degli aspetti più affascinanti dell’AI è il suo potenziale nel favorire l’innovazione all’interno delle aziende. Ci sono professioni che non esistevano nemmeno fino a pochi anni fa. Ad esempio, tra i lavori del futuro emergenti con le AI troviamo che i ruoli legati alla gestione dei dati e all’analisi predittiva sono in rapida crescita.
Le imprese poi possono sfruttare l’AI per ottimizzare i processi, migliorare l’efficienza e ridurre i costi operativi. Ma ciò che rende ancora più interessante l’intelligenza artificiale è la sua capacità di risolvere problemi complessi e prendere decisioni strategiche in tempo reale. In questo scenario, l’emergere di nuovi modelli di AI, come i Reasoners e gli agenti AI autonomi, sta modificando radicalmente il modo in cui le imprese operano. Si tratta, infatti, di sistemi in grado di formulare ipotesi, adattarsi al contesto e apprendere dai dati per migliorare progressivamente.
L’adozione dell’AI è diventata una leva strategica anche per i grandi gruppi industriali. Ad esempio, BMW, Rolls-Royce e Chevron hanno implementato soluzioni AI per migliorare la gestione della supply chain, ottimizzare la manutenzione e velocizzare il processo di selezione e formazione del personale, portando a notevoli risparmi economici.
Le previsioni sulla crescita economica sono altrettanto promettenti. Secondo le stime OCSE l’adozione massiccia dell’AI potrebbe portare a un incremento della produttività globale tra lo 0,8% e l’1,2% annuo, con effetti positivi anche sul PIL globale. Tuttavia, per ottenere questi risultati, le imprese dovranno affrontare sfide legate alla governance dell’IA, alla sicurezza informatica e alla preparazione della forza lavoro.
AI nelle aziende: un delicato equilibrio tra velocità e responsabilità
L’introduzione di agenti artificiali autonomi nel mondo del lavoro ha il potenziale per accelerare enormemente la produttività, ma comporta anche dei rischi, soprattutto quando si tratta di decisioni che influenzano direttamente la vita delle persone. Non è semplice, infatti, implementare tecnologie avanzate senza compromettere i valori etici e la privacy dei lavoratori.
Altro punto delicato è la gestione del cambiamento: la transizione verso l’AI implica una vera e propria trasformazione culturale e operativa che può avere ripercussioni significative su tutti i livelli aziendali. Per questo motivo, è essenziale una pianificazione strategica attenta e la formazione continua dei dipendenti.
Agenti artificiali autonomi: i vantaggi per i processi complessi
Come abbiamo anticipato, al centro di questa rivoluzione nelle dinamiche aziendali ci sono gli AI Agents. Questi agenti, che operano in modo indipendente senza bisogno di supervisione continua, sono in grado di prendere decisioni in tempo reale e gestire compiti complessi che richiederebbero svariate ore di lavoro di una persona.
L’ottimizzazione delle catene di approvvigionamento o la gestione delle risorse sono gli ambiti in cui questa tecnologia trova la sua massima espressione. Ma gli agenti AI trovano applicazione in vari settori aziendali. Ad esempio, nel settore consulenza, McKinsey & Company ha realizzato un agente che velocizza l’onboarding dei clienti, diminuendo drasticamente i tempi (del 90%) e il lavoro amministrativo del 30%. Anche nel settore legale, Thomson Reuters ha sviluppato un agente che accelera il processo di due diligence legale, i risultati sono davvero incredibili e mostrano una riduzione del 50% dei tempi di svolgimento per diverse attività.
Le competenze più preziose nel mondo del lavoro dominato dalle AI
In un scenario così complesso, è naturale che le competenze richieste in ambito lavorativo cambino rapidamente. Se un tempo erano necessarie abilità manuali o tecniche specifiche, oggi si assiste a una crescente domanda di professioni legate all’intelligenza artificiale, che richiedono una combinazione di conoscenze tecnologiche avanzate, capacità analitiche e soft skills.
Tra i nuovi lavori AI che si stanno affermando in modo prepotente nel panorama tecnologico, ce ne sono alcuni che sembrano destinati a crescere ulteriormente, non solo oggi, ma anche nei prossimi anni. L’AI Engineer, per esempio, è in grado di gestire infrastrutture tecnologiche e collegare i modelli di apprendimento automatico alle applicazioni aziendali tramite API. Oppure il Data Scientist, che si occupa di analizzare grandi volumi di dati per estrarre informazioni vitali per le decisioni aziendali strategiche, utilizzando tecniche avanzate di machine learning.
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